Associazione Vides Main onlus

Preceduto da una presenza informale di suore salesiane e volontari che risale agli anni ’80, il sogno di una realtà che avesse radici stabili in un quartiere con forti problematiche ma dalle grandi potenzialità allora parzialmente inespresse ha preso l’avvio nel 1990 con la costituzione dell’Associazione Vides Main onlus

I primi ambiti nei quali ci si è mossi sono stati i cortili, gli androni, la strada e le panchine “del nulla”. Chi le frequentava giovani e adulti, sentiva il peso del territorio che abitava: in Torino dire di essere di Vallette significava venire automaticamente iscritti nella categoria dei delinquenti, appartenere ad un “mondo altro”, senza legami con la città il cui centro sembrava così distante e irraggiungibile. Nella parte narrativa del progetto “Radici” che il Vides Main ha sviluppato nei primi anni ’90, portato avanti con il Dipartimento degli Affari Sociali, emergeva già come esso fosse “nato dal desiderio di recuperare un'identità sociale in un territorio (particolarmente le Zone E6 ed E15) dove l'anonimato, la diffidenza, le barriere tra famiglia e famiglia sono di casa, dove ci si sente ghetto perché si avverte che gli altri lo considerano tale”. 

Non di rado, sui muri delle case apparivano scritte come “Bronx” e “Fort Apache” a caratterizzare i luoghi di incontro dei giovani. L’attuazione di queste linee progettuali · Ha voluto dire andare alla riscoperta delle varie origini regionali, tutte del Sud Italia, e "riportare alla luce" leggende, tradizioni, canti, danze · Ha significato raccogliere oggetti dei vari artigianati locali, riscoprire dolci tipici, ma soprattutto rivivere insieme il difficile impatto provato da bambini, sbarcati dal Treno del Sole in una città apparsa fredda non solo per il clima ma anche per la gente. E il Treno del Sole è stato ricostruito su di un palcoscenico montato all'aperto sulla pista di pattinaggio di Corso Cincinnato, proprio all'interno delle torri popolari e lì, attraverso un mimo i cui protagonisti erano insieme genitori e figli, si è rivissuto il momento dell'impatto, della nostalgia, del ricordo, degli antichi mestieri, delle danze. La preparazione della festa popolare ha messo a fuoco attitudini, capacità, potenzialità da far evolvere. 

Soprattutto ha evidenziato il desiderio di aggregazione e la voglia per qualcuno di star vicino ai figli in un contesto dove non si parla di loro in termini di valutazione positiva o negativa, ma si prova a cercare e a valorizzare il buono, il bello, il grande che c'è in ciascuno. La modalità più adatta, allora, era sembrata quella del "Laboratorio teatrale" in cui i nuclei familiari cosiddetti “difficili” non sono stati destinatari ma .... Protagonisti. Questa modalità di intervento, che ruota sul considerare i giovani risorse e non minacce e le famiglie, anche fragili, come alleate nel compito educativo, profondamente innestata nel carisma salesiano, ha caratterizzato e continua a caratterizzare le nostre progettualità.

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